Firma di Wanda Broggi  
 
 

Un rapporto sottilmente inquieto col mondo

Ho visto i quadri di Wanda Broggi, per la prima volta, un anno e mezzo fa e subito mi hanno sorpreso per le finezza dell'enunciazione formale e per la particolare intensità contemplativa delle immagini: immagini di una favolosa realtà interiore, simboli suggestivi di un rapporto sottilmente inquieto col mondo , segnali "ambigui" come lo è ogni segnale poetico , di una intimità ricca di struggenti motivi.
D'allora ho seguito il suo lavoro, l'ho visto crescere e maturare sino alle opere che oggi presenta in questa personale.
Alle spalle di Wanda c'è un tirocinio assiduo e lungo, c'è la frequentazione di un ambiente culturale vivo e aperto e c'è soprattutto un'acuta riflessione, un processo meditativo attraverso il quale ogni momento di vita, ogni gesto compiuto, ogni parola detta, ogni impulso dei sentimenti, è diventato episodio d' affabulazione, limpido traslato di una fantasia che risolve i conflitti in misteriose parabole figurative.
La pittura preziosa, trasparente, filtrata; i colori tenui, di un ventilato celeste, di un morbido, serico grigio, su cui s'accende a volte un rosso di rubino irradiante;la statica ed estatica presenza dei personaggi, dei protagonisti di queste invenzioni plastiche: la donna, la bambola , il gufo, il rinoceronte; questo complesso di elementi o di componenti costituiscono i mezzi e i modi di cui Wanda si serve per raggiungere il suo scopo, per esorcizzare i propri fantasmi, i propri timori, forse i propri oscuri sgomenti, e trasformarli per sè e per noi in altrettanti affascinanti incantesimi.
Operazione magica, dunque ? Diciamo di si: un'operazione cauta, paziente, tuttavia: un'operazione che procede sulla tela con accorta e silenziosa strategia, avvolgendo e velando, mimetizzando dolcemente le proprie intenzioni, non so fino a dove se per candore, pudore o malizia; un' operazione comunque che si conclude in vantaggio, poichè le immagini di Wanda, senza strappi, senza traumi espressivi, si rivelano perfettamente riuscite nella pallida luce di una serena sublimazione.
Suggerire una lettura dei simboli che appaiono nelle sue tele? Dire che la bambola infranta è il segno di un'infanzia perduta, il segno di una nostalgia impossibile verso un'età felice ? Dire che il gufo è una presenza notturna, il termine di un presagio ancora indecifrabile ma alle soglie di rivelarsi? Dire che il rinoceronte è paura e desiderio, ombra metaforica dei propri interrogativi insoluti? Dire che la ragazza o la donna, dipinte sempre frontalmente, con lo sguardo fisso, altro non sono che la appresentazione di una ansiosa domanda che Wanda ci rivolge pur sapendo che forse una risposta non c'è?
L'itinerario espressivo di Wanda si è mosso da una iniziale e rigida formulazione quasi metafisica o surrealista verso una scioltezza in cui il rigore, senza perdere nulla delle sue proprietà, s'è fatto più naturale e spontaneo, trovando la sua giusta misura nella trasparenza dell'immagine. Ed è appunto da una tale fusione, da questa convivenza di un sognante abbandono con la definizione più precisa dell'immagine,che nasce la singolare qualità della sua pittura, una pittura che sa riunire in sè acerbità e tenerezze, dolcezze e crudeli innocenze.

Mario De Micheli

Gennaio 1972
per la prima mostra personale
Galleria Gian Ferrari Milano.




 





 

 
   

 


Wanda Broggi  -  www.wandabroggi.it - e-mail: scrivimi

| home | biografia | mostre personali | mostre collettive | opere | bibliografia |

2007 © - tuttti i diritti riservati - webmaster: daversale